Brasile: ha vinto Bolsonaro, il servo delle multinazionali e dei latifondisti

Da tempo il Sudamerica è in preda ai tentativi della CIA e delle multinazionali statunitensi di farne il cortiletto di casa. Mentre in passato la CIA ha supportato veri e propri dittatori come Pinochet, Videla, Somoza, Batista… ora tramite la propaganda favorisce l’elezione “democratica” dei suoi fantocci. In Brasile era successo che Lula con la scusa della corruzione era stato costretto al ritiro dall’attività politica, ma in realtà era per via delle politiche di mantenimento dell’indipendenza del suo paese dall’orbita statunitense; gli sono successi due presidenti che comunque erano non eccessivamente condiscendenti verso le mire statunitensi sull’America Latina. Questa domenica, invece, le elezioni brasiliane hanno dato vittoria all’ultraliberista Jair Bolsonaro, nostalgico del regime militare del 1964-1985, regime finanziato dalla CIA nell’ambito dell’Operazione Condor coordinata tra i governi statunitensi ed i loro fantocci sudamericani per reprimere le opposizioni. Ovviamente è anche pesantemente filoisraeliano, vuole spostare l’ambasciata brasiliana da Tel Aviv a Gerusalemme e chiudere l’ambasciata palestinese. Inoltre, sta minacciando di deforestare vaste aree dell’Amazzonia per fare spazio alle monoculture della soia transgenica, e ciò oltre ad essere dannoso per l’ambiente lo è anche per le popolazioni indigene, per le quali lui stesso dice che non avrà nessun riguardo. In economia è fautore di liberalizzazioni e privatizzazioni selvagge e tagli alla spesa pubblica e allo stato sociale. Insomma, se davvero porterà avanti queste politiche sarà un uomo nefasto non solo per il Brasile ma per l’intero pianeta, visto che l’Amazzonia è un polmone verde necessario alla sopravvivenza dell’intero ecosistema terrestre. Il Brasile teoricamente farebbe parte del gruppo BRICS, Brasile-Russia-India-Cina-Sudafrica. insieme di paesi che da un po’ hanno organizzato i loro scambi commerciali levando il dollaro dalla maggior parte delle transazioni; ora rischia di rientrare sotto l’orbita del dollaro. Occorrerà vigilare sulla situazione delle foreste tropicali, e se verranno distrutti altri ettari in Brasile sapremo chi è il responsabile. Notare la differenza: alle pendici dell’Himalaya il Bhutan ed il Sikkim riconvertono al biologico tutte le colture, in Brasile si tenterà, contro ogni logica, di diffondere nuovi OGM e di distruggere aree forestali.

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