Manovra finanziaria: governo cede alla Commissione Europea

Dopo tutta una serie di trattative e scontri con la Commissione Europea, il governo si è piegato ad alcune sue richieste, abbassando così il rapporto deficit/PIL dal 2,4% al 2,04%. Non vengono rimosse le due mosse più care a Di Maio e Salvini, rispettivamente il reddito di cittadinanza e la quota 100, però vengono dovranno cedere l’uno di 2 miliardi e l’altra di 1,9 miliardi. Per raggiungere quota 10 miliardi, verranno messe più tasse sui colossi internautici e sui giochi d’azzardo: questa è probabilmente l’unico aspetto positivo della giravolta, visto che è sacrosanto contenere l’arricchimento dei supermiliardari e contrastare l’espandersi dei giochi d’azzardo. L’esperto vicino alla Lega Alberto Brambilla propone di arrivare a quota 104, per rottamare finalmente la legge Fornero.

In ogni caso, per quanto restino in linea di massima presenti i capisaldi principali della manovra originaria, si tratta di un cedimento a testa china. Tradimento della linea originaria? Più che altro, si capisce sempre di più che è impossibile “cambiare l’UE dall’interno”. I trattati dell’UE si possono cambiare solo all’unanimità, e la Commissione Europea resta un organismo antidemocratico non elettivo che impone leggi ai singoli stati e fa gli interessi delle multinazionali. Bisogna semplicemente uscire dall’UE: solo così l’Italia potrà tornare ad essere uno stato sovrano, che stipula le leggi in autonomia senza senza chiedere il permesso a nessuno e stampa la propria moneta che potrà essere liberamente investita in politiche di piena occupazione interna.

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