Cargill vuole invadere il mercato di stevia OGM

La stevia è una pianta di origine sudamericana della famiglia delle Asteracee, le cui foglie hanno proprietà antinfiammatorie ed antiossidanti e funzionano anche come dolcificante ipocalorico: sono da millenni usate dalle popolazioni indigene sudamericane, e relativamente di recente si usano in Europa come alternativa salutare allo zucchero e soprattutto a dolcificanti artificiali cancerogeni come l’aspartame e l’acesulfame. Ora, però, ci sta mettendo le mani l’enorme multinazionale statunitense Cargill, che vuole diffonderne una versione geneticamente modificata, avviandone già produzioni nel Nebraska, e per di più senza specificarlo sulle etichette: negli USA non viene indicata nelle etichette la presenza di OGM, sicché il consumatore spesso è ignaro. Se passasse il trattato CETA, saremmo invasi di OGM provenienti dal Nordamerica: occorre vigilare su questa cosa, tenendo presente che l’attuale governo vorrebbe vararlo, insieme al MES, che è un’altra faccenda ma sempre rientra bell’ambito degli accordi che erodono le sovranità degli stati a vantaggio del capitalismo transnazionale. La stevia è un ottimo dolcificante naturale e non va assolutamente permesso che le multinazionali ci mettano mano; occorre un’opposizione frontale al sistema agroalimentare globalizzato, che parte anche dal supporto alle filiere corte tramite gli acquisti diretti dai produttori locali. Sevirebbe comunque un’azione politica che estrometta determinate multinazionali dall’Italia, fra cui appunto la Cargill e tutte quelle che producono OGM: vanno impossibilitate dal far investimenti in Italia.

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