Procura di Genova indaga su diciottenne morta dopo il vaccino Covid

La procura di Genova sta facendo indagini sul caso di Camilla Canepa, ragazza morta a 18 anni dopo un effetto collaterale della vaccinazione anti-Covid, per l’esattezza la Vitt, un tipo di trombosi cerebrale. L’indagine è rivolta ai medici accusati di non aver somministrato terapie giuste per curare la suddetta trombosi. Cosa giusta, e ci mancherebbe, ma sarebbe ancora più giusto processare quei politici che hanno imposto ricattatoriamente la vaccinazione a tutti quelli da 12 anni in su, pena esclusione dal lavoro, dall’università, dalla vita sociale e sportiva, dall’accesso alle banche… Non è un caso che la ragazza in questione si era vaccinata proprio nel giugno 2021, cioè quando avevano appena annunciato che sarebbe stato introdotto a breve l’obbligo di “certificazione verde” anche per andare all’università o al lavoro, ed ella se fosse viva si sarebbe potuta benissimo iniziare ad andare all’università o al lavoro, visto che era nell’età giusta. Come sia stato possibile imporre con metodi subdoli e ricattatori una vaccinazione con più richiami a tutti quelli dai 12 anni in su per fronteggiare una malattia che al di sotto dei 70 anni ha una letalità bassissima e che sotto i 60 ha pure un bassissimo tasso di ospedalizzazioni resta un fatto ancora inspiegabile. Facile pensare agli affari con le multinazionali farmaceutiche: non a caso la commissaria europea Von Der Leyen è indagata per messaggi privati con i dirigenti di Pfizer, e Draghi è stato un suo cane fedele (e non fu solo in Italia che ci furono queste imposizioni, l’OMS è globale, le multinazionali farmaceutiche sono globali, i governanti nazionali sono in maggioranza vassalli dei poteri globali); a ciò s’aggiungono gl’investimenti di Soros e Gates nelle aziende di tamponi, perché infatti il sistema della “certificazione verde” prevedeva come alternativa alla vaccinazione il fatto di farsi tamponi a proprie spese ogni due giorni. Sarebbero da processo i politici che hanno imposto queste misure “sanitarie” generalizzate.

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