Trump sfratta il memoriale degli Indiani d’America

L’ampliamento del muro di divisione fra USA e Messico, avviato da Bush nel 1990 e proseguìto da Trump dal suo insediamento, sta andando ora a danno dei siti storici delle popolazioni indigene nordamericane: è stato così sfrattato, a colpi di dinamite, un antico memoriale degli Apache, per fare spazio alla prosecuzione del muro di confine volto a separare i due paesi. Trump si riconferma per quello che è: un uomo rozzo e ignorante, ed in quanto tale pericoloso, già ha fatto un omicidio di un generale iraniano andando contro il diritto internazionale, ora ha distrutto un sito storico delle popolazioni native. Ma non solo Trump: gli USA sono un paese nato sul sangue delle popolazioni indigene, e che continua a reggersi sul sangue delle popolazioni che via via vanno ad invadere. Viene proprio da pensare col senno di poi che il muro lo avrebbero dovuto costruire proprio gli Indiani d’America intorno a tutto il continente per bloccare i colonizzatori europei: a quei tempi, quando non esistevano gli aerei, avrebbe funzionato come misura difensiva. Come mai non si fa mai una giornata della memoria per i popoli indigeni americani? Che dicono le Sardine ed i vari “predicatori contro l’odio”? Sono impegnati a farsi le foto con chi toglie le terre, questa volta, agli indigeni sudamericani, in Argentina.

Precedente Lerner elogia ancora Soros Successivo Anniversario del bombardamento alleato di Dresda