Aflatossine in fichi secchi dalla Turchia

Nel periodo prenatalizio e natalizio aumenta da sempre il consumo di fichi secchi, come da tradizione. Purtroppo però molti provengono dalla Turchia, facendo concorrenza sleale alla produzione italiana. Secondo molte indagini fatte dalla Coldiretti e dal Fatto Alimentare, nei fichi secchi della Turchia ci sono molte tracce di aflatossine, micotossine tossiche e cancerogene prodotte da funghi appartenenti alla classe degli Ascomiceti. In Turchia l’uso di pesticidi chimici di sintesi è molto più elevato che in Europa inoltre. Questo massiccio arrivo di prodotti agroalimentari dalla Turchia è dovuto ad un accordo di libero scambio che l’UE ha fatto da tempo con quel paese. In ogni caso i fichi secchi si producono anche in Italia: basta dare un’occhiata all’etichetta e prendere solo quelli italiani, meglio ancora se direttamente da chi li produce. Ora più che mai occorre puntare sui prodotti italiani: l’economia è in crisi a causa delle restrizioni “sanitarie”, e se si punta sull’acquisto di prodotti italiani si da linfa al mondo imprenditoriale e agricolo nazionale. I trattati di libero scambio con i paesi extraeuropei vanno stracciati: occorre il ripristino dei dazi sui prodotti esteri riproducibili da noi, e quindi opporci a tutti i governi, dal presente a quelli precedenti, che hanno avallato politiche liberiste globaliste di apertura economica indiscriminata (iniziate proprio con l’istituzione dell’UE, che altro non è che una tappa verso unioni commerciali sempre più ampie che eroderanno le economie nazionali). Lottare per sovranità nazionale implica anche mettere tra gli obbiettivi primi la sovranità economica (cioè la protezione del settore produttivo interno) e quella alimentare (cioè la difesa dei piccoli produttori e delle sementi indipendenti, contro lo strapotere delle multinazionali – che spesso fanno prodotti di bassissima qualità – e le importazioni selvagge).

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