Uova di cioccolato: dalla cosmogonia antica al mondo moderno

Come tutti sappiamo, nel periodo pasquale è tradizione consumare uova di cioccolato, costumanza risalente all’antica cosmogonia precristiana, quando già tra gli antichi Persiani lo scambio di uova era ritenuto un buon augurio per il cambio di stagione (ma la simbolicità cosmogonica dell’uovo è quasi universale): la cosa è poi sbarcata in Europa, sia in epoca precristiana sia in epoca cristiana, quando quest’ultima ne ha rielaborato il significato come simbolo del Cristo risorto. La tradizione dell’uovo decorato è dovuta all’orafo Peter Carl Fabergé, che nel 1883 ricevette il compito speciale di preparare un dono speciale per la zarina Maria. L’usanza dell’uovo di cioccolato è molto più recente, si è largamente sviluppata nell’ultimo secolo. Come notiamo, anche l’uovo di cioccolato è uno dei simboli che legano l’Europa alla Russia, alla faccia dei governi atlantisti che vogliono scatenare una nuova guerra fredda tra Europa e Russia.

Per quanto riguarda la scelta sostenibile, è buona cosa evitare quelli delle grandi multinazionali, prime fra tutte la Neslté (che controlla anche Perugina), ed in genere quelli di marche estere, in favore delle marche italiane (Venchi, Caffarel e Leone sono tra le migliori), oppure quelle del commercio equo-solidale (Altromercato, Artimondo…), o, se si hanno possibilità economiche, quelle delle cioccolaterie artigianali. Prediligere sempre i prodotti locali o nazionali, avvantaggeremo la nostra economia e non finanzieremo la speculazione alimentare internazionale.

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