Whirpool chiude lo stabilimento di Napoli

La multinazionale statunitense Whirpool, specializzata in produzioni di lavatrici, ha deciso di chiudere lo stabilimento di Napoli, condannando così tutti i dipendenti che ci lavoravano alla disoccupazione (già in precedenza aveva licenziato molti lavoratori nel Torinese): la chiusura definitiva sarà il I novembre. Curiosamente, il precedente governo aveva detto che avrebbe scongiurato la chiusura e la delocalizzazione, per bocca del ministro del lavoro Luigi Di Maio, che aveva anche stabilito il ritorno in Italia di produzioni delocalizzate in Polonia: ora nel nuovo governo Di Maio è ministro degli esteri, e va notato che il suo partito è sempre al governo, ma ha cambiato alleato, quindi ha abbracciato la linea liberista del PD. In ogni caso, anche se fosse rimasta la Lega al governo non siamo sicuri che le delocalizzazioni sarebbero state scongiurate, dacché il sistema dell’UE si basa proprio sulla libera circolazione di merci, manodopera e soprattutto capitali, sicché le aziende possono liberamente spostare gli stabilimenti da un paese all’altro dell’area UE (e spesso anche in paesi esterni). Per poter vietare le delocalizzazioni bisogna uscire dalla UE e nazionalizzare i settori industriali strategici, ponendo così fine alla libera circolazione di capitali: gli stabilimenti di multinazionali che minacciano di spostarsi lasciando a casa i lavoratori andranno appunto rilevati, sottratti alle multinazionali in questione e posti sotto controllo statale italiano, oppure dati in autogestione agli operai. Occorre auspicare un governo che faccia ciò, altrimenti resteremo schiavi dei mercati internazionali.

Precedente Polonia: vince il partito Diritto e Giustizia. Finta opposizione? Successivo Governo giallo-fucsia aumenta i limiti al contante: favore alle banche, attacco alle PMI