Benetton ricatta il governo: vuole proseguire col controllo delle Autostrade

La multinazionale Benetton, che ha sede a Treviso ma produzioni ormai da tempo dislocate ovunque, sta ricattando il governo PD-M5S. Infatti, tra 12 giorni scadono i termini per il rinnovo della concessione a Benetton del controllo delle Autostrade; e siccome una società parzialmente in mano alla Benetton, la Atlantia, ha anche in ballo il salvataggio dell’Alitalia, tale società ha minacciato di mandare in malora il salvataggio di Alitalia qualora il governo non rinnovasse la concessione delle Autostrade a Benetton. In pratica ci sta un ricatto, ed il governo deve scegliere se salvare l’Alitalia o togliere le Autostrade a Benetton. Sulle Autostrade tra l’altro Benetton ha imposto molti pedaggi, per guadagnare tramite gli automobilisti che passano sulle autostrade. Benetton è un’azienda niente affatto etica nella gestione economica: oltre ad aver delocalizzato quasi tutti gli stabilimenti, eliminando quindi le opportunità di posti di lavoro in Italia, in Argentina sta facendo una devastazione delle terre ancestrali del popolo dei Mapuche, per impiantarvi stabilimenti industriali, anziché impiantarne in Italia e dare lavoro agli italiani. Boicottare i vestiti della Benetton serve come protesta? Sì, ma solo in parte, perché comunque se si paga il pedaggio in autostrada si finanzia l’azienda. Il problema a monte resta la permanenza dell’Italia nell’UE e nell’Eurozona: se si ripristinasse la sovranità monetaria, sarebbe possibile nazionalizzare tutte le aziende strategiche e fare spesa pubblica in espansione, ergo dilemmi come quello tra il salvataggio dell’Alitalia e la revoca di Autostrade a Benetton non esisterebbero, perché sia l’Alitalia sia le Autostrade si potrebbero nazionalizzare. Questa è l’unica soluzione a lungo termine.

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