Carlo Cottarelli è il dirigente dell’Osservatorio sui Conti Pubblici dell’Università Cattolica del Sacro Cuore; ma soprattutto, lavora anche, bel dal 1988, per il FMI, e con gli altri di quest’organismo criminale progetta le formule per farci sprofondare in crisi nera come la Grecia. Questa la sua più nota dichiarazione: “L’Italia deve aumentare l’attuale avanzo primario dall’attuale livello del 2% fino al 4%”. Ricordiamo che ai tempi del governo di Enrico Letta – che tra l’altro ha scritto un libro intitolato Morire per Maastricht, in cui sosteneva che gli italiani devono essere disposti a far sacrifici fino alla morte per mantenere l’euro e l’UE, questo per chi avesse ancora dubbi sul carattere antidemocratico dell’UE – era commissario per la spending review, cioè “revisione delle spese”: la riduzione delle spese pubbliche a tutti i costi è un’emerita corbelleria, dacché se uno stato può creare moneta in maniera potenzialmente illimitata, non ci perde nulla nello spenderla investendola in opere sociali e nella creazione di posti di lavoro (basti pensare al Giappone che ha spesso tantissimo per ricostruire i danni dello tsunami ma resta comunque il paese al mondo con meno disoccupazione). Quello che ha detto Cottarelli, “aumentare l’avanzo primario del 4%”, significa ridurre al minimo le spese sociali fino a lasciar morire i cittadini di fame o malattia: come in Grecia, dove l’avanzo primario nel 2016 era del 3,9% e la disoccupazione al 25%. Dobbiamo non dare retta agli economisti che propongono ricette liberiste, nemmeno a chiunque dica frasi assurde come “il bilancio di uno stato dev’essere come quello di una famiglia”. Per liberarci dalla crisi dobbiamo rompere con l’UE e con il FMI, e ripristinare la sovranità monetaria, così possiamo stampare moneta ed investirla liberamente a vantaggio dei cittadini (l’Ungheria già segue pressappoco questa ricetta, infatti non ha l’euro pur restando nell’UE e nel FMI ma mantenendo una certa autonomia, e funziona benissimo).