Olivicoltura campana: più forti cultivar autoctone

Il contrasto tra tutela dell’identità locale e omologazione globale non è un fatto solo culturale, ma anche colturale: coltivazioni autoctone versus coltivazioni alloctone. E l’esempio lampante ce lo dà l’olivicoltura campana, dove negli ultimi due anni e mezzo le varietà di olivi che più hanno resistito alle ondate di caldo o di freddo sono state quelle autoctone, originando oli più qualificati.

Ecco, si spera che si prosegua in questa direzione, con la valorizzazione delle colture locali autoctone e delle produzioni alimentari che ne derivano: ma perché si vada in questa direzione urge bloccare al più presto i trattati di libero scambio con il Canada o la Tunisia o altri paesi extraeuropei, badate bene che ogni importazione massiccia di merci estere mette a rischio le produzioni locali; e magari levare le sanzioni alla Russia, che è lo storico paese di esportazione del nostro olio.

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